martedì 12 gennaio 2016

Turn out gold from shit

Stasera ho visto un documentario.. su Aaron Swartz, e su come ha combattuto fino alla morte (tragica) per i suoi diritti e per i diritti di tutti noi.
Alla fine del documentario ero veramente triste.
Avevo bisogno di qualcosa di tranquillo, qualcosa di leggero, per ritirarmi su di morale.

Allora, dato che mò ho preso gusto a giocherellare con Netflix mi sono detta: ma sì, un film stupidino, uno di quelli che ti guardi senza pensare e magari ti fai anche qualche risata.. magari non lo guardo neanche tutto (che è tardi) e poi vado a letto.

Beh, incappo su un film dalla trama proprio scialba, sulla carta: una tredicenne che sogna di diventare una trentenne e un giorno, da un momento all'altro, il suo sogno si realizza. Perfetto per i miei propositi.

Ora, la trama non è importante.. ma quello che mi ha colpito di più, di tutto il film, è una riflessione tra due personaggi in cui uno chiede all'altro: "non hai mai commesso un errore del quale ti sei amaramente pentito? qualcosa che hai rimpianto profondamente?" e l'altro: "No. Perché tutto quello che mi è successo (o che ho fatto) mi ha aiutato ad essere quello che sono ora."

..e quello che sono ora mi piace, o comunque, riesco ad amarlo (aggiungerei io).

Ecco la differenza: turn out gold from shit.
Non è quello che in realtà siamo la cosa importante, ma è la nostra percezione di noi stessi, che ci permette di vivere più o meno bene.
Quello che siamo.. lo siamo, c'è poco da fare. Ma quando riusciamo a volerci bene, a guardarci nello specchio e non odiarci per questa o quell'altra decisione presa/non presa nella nostra vita.. per il tempo che abbiamo probabilmente perduto dietro a fuochi fatui, per le decisioni che ci hanno portato danno a breve e lungo termine.. ecco, quando quel danno riusciamo a non percepirlo più come danno.. quando riusciamo a non odiarci, nell'accettare i nostri limiti e imparare a conviverci prima, e ad amarli poi, quel momento lì.. è il momento immediatamente precedente il cambiamento.

Cambiamento che non vuol dire diventare qualcun altro, qualcosa di diverso, ma forse più un.. evolversi, perché nonostante ci siamo perdonati per i nostri errori, quegli stessi errori non li avremo dimenticati: ma saranno diventati parte della nostra vita, della nostra esperienza.. andando ad arricchire, a dettagliare la nostra personalità.

Come in un ritratto: prima si tracciano le linee principali.. poi vengono le sfumature. E le sfumature possono costare care.. a volte lacrime e sangue, ma cosa sarebbe un ritratto senza sfumature? Come si può definirlo "arte" altrimenti?

E cosa ancora più incredibile (trovo) è che volenti o nolenti siamo destinati all'arte. Siamo destinati al bello. Anche se non lo vogliamo, passiamo tutti attraverso questi passaggi e, anche se non vorremo ammetterlo, un giorno ci renderemo conto tutti quanti di conoscerci meglio di oggi, e di aver in qualche modo perfezionato quel ritratto che siamo noi stessi.

Turn gold from shit.
Un pò come noi col ritratto.
Un pò come questa riflessione col film.

btw, il film è "13 going on 30" - una vera stupidaggine :D